Prendo a prestito uno degli ultimi post di Valdo Vaccaro per sottolineare anche da queste parti gli effetti ed implicazioni sulla salute derivanti dal consumo di carne..:
LA CONTROPARTE AMA CONFONDERE GLI ANIMI E INTORBIDIRE LE ACQUE
Ciao Paola. Un po’ di maggiore fiducia in se stessi e nella bontà delle proprie scelte forse non guasterebbe. Dovrete sicuramente abituarvi e fare il callo al tutto e al contrario di tutto, ed anche ad affermazioni capziose, ambigue, ingannevoli, condite di tutti i classici ingredienti degli spot pubblicitari. Abituarvi significa non spaventarsi, non scoraggiarsi e non vacillare di fronte a una massiccia controffensiva ideologica imbastita da un regime dominante che fa di tutto per standardizzare bistecca ed hamburger, per dar loro ulteriore accettabilità sociale, dignità e normalizzazione.
GROSSE BRUTTURE DA RIMUOVERE
Siamo di fronte a strutture carcerarie enormi chiamate mega-stalle. Siamo di fronte a una rete di luoghi di esecuzione e di morte chiamati mega-macelli. Siamo di fronte a impietosi e voraci massacratori che assoldano dei miserabili boia a cottimo per compiere un mega-crimine senza sosta e senza fine che alla fine di ogni giornata produce un ammasso e una montagna di cadaveri brutalizzati, equivalenti più o meno a 1 miliardo di creature.
PUTREFAZIONE E ALTRI SVANTAGGI DELLA CARNE
Ciò che noi tutti chiamiamo “carne” non è nient’altro che parti anatomiche del corpo di un animale morto sezionato e conservato in celle frigorifere, come un cadavere all’obitorio. La conservazione in ambienti refrigerati a temperature di 0-4 °C e con umidità elevate (80-90%) si rende necessaria per far si che i muscoli induriti dal rigor mortis e immangiabili possano intenerirsi ed essere masticati. Il processo di rigor mortis inizia di regola un paio di minuti dopo l’abbattimento dell’animale nei cui muscoli continua per breve tempo un certo metabolismo anaerobico (senza respirazione e quindi senza ossigeno). Ciò comporta la trasformazione degli zuccheri del sangue in acido lattico che abbassa il pH della carne (acidifica). I filamenti proteici contrattili del muscolo (actina e missina) scorrono fra loro e conferiscono elasticità, si legano tra loro stabilmente determinando accorciamento e irrigidimento dei muscoli con la carne che risulta immangiabile.
FROLLATURA E MARCESCENZA
La frollatura è l’operazione di stagionatura che consente di rendere la carne più tenera e più gustosa per chi ha i gusti pervertiti. Col passare delle ore, gli enzimi proteolitici cominciano a spezzare i ponti proteici e connettivali e dopo almeno 24-48 ore la carne ritorna morbida. Ci sono carni che richiedono anche 10-15 giorni di frollatura, in un ambiente controllato per evitare che il processo viri verso la putrefazione vera e propria. Ma la frollatura non può essere concepita come un processo totalmente estraneo alla putrefazione, la quale può essere rallentata ma non fermata del tutto. Inoltre il processo di frollatura richiede tempo e costi che le aziende tendono a ridurre adottando, quando possibile, metodi rapidi ottenibili alzando le temperature delle celle frigorifere fino a 18-20° e riducendo i giorni. Queste tecniche richiedono ambienti fortemente umidi per evitare l’essiccazione e allo stesso tempo includono processi di sterilizzazione batterica contro la putrefazione con radiazioni ultraviolette. Per contro carni di maggior qualità sono considerate quelle che hanno subìto una frollatura più lenta di almeno 15-20 o più giorni. Tuttavia la marcescenza non tarda ad arrivare e sin dalle prime ore di esposizione nei banconi possiamo osservare le classiche e striature verdognole che lo testimoniano.
ALCALOIDI CADAVERICI CHIAMATI PTOMAINE
Già durante la frollatura i batteri della putrefazione presenti sulla carne sviluppano alcaloidi cadaverici chiamati ptomaine. I più famosi sono scatolo, indolo, cadaverina, putrescina, neurina che si producono maggiormente durante la stagionatura e sono sostanze naturali (alcuni di essi infatti sono presenti anche nei corpi umani e animali vivi) ma con effetti tossici. Queste sostanze hanno ragione di esistere dal momento che nel corpo ogni giorno muoiono e rinascono milioni di cellule. In effetti putrescina e cadaverina sono anche considerate fattori stimolanti la crescita cellulare ma la loro presenza eccessiva determina la crescita delle cellule tumorali. Non abbiamo perciò alcuna necessità di aumentare la quota di questi alcaloidi introducendoli con la carne perché ci bastano quelli che si producono nel nostro corpo a causa del naturale catabolismo. Probabilmente anche per questi aspetti la carne è responsabile del’80% dei tumori al colon, del 70% di quelli alla prostata e del 50% di quelli alla mammella.
CATABOLITI TOSSICI E SUPERLAVORO PER FEGATO E RENI
Altri fattori tossici della carne sono dovuti alla presenza di leucomaine, un gruppo di ammine tossiche prodotte dal metabolismo animale. Sono cataboliti (scarti metabolici) che si producono nella carne e non c’entrano con la putrefazione. Parliamo di purine, acido urico, acido ippurico, ammoniaca. La loro tossicità è riconosciuta e può causare gotta, intossicazione, acidificazione dei tessuti e indebolimento del sistema immunitario. Lo smaltimento e la neutralizzazione di questi cataboliti richiede un superlavoro di fegato e reni che sono gli organi deputati alla loro neutralizzazione ed espulsione dal corpo.
STRESS, PAURA E ADRENALINA
Un ulteriore aspetto di tossicità delle carni è dato dalla presenza di adrenalina. È un neurotrasmettitore prodotto dal corpo dell’animale in fare di stress. Prima dell’abbattimento l’animale ha piena coscienza di ciò che sta per accadergli, sente l’odore del sangue degli animali macellati precedentemente. Il pericolo è nell’aria e il loro istinto lo fa loro presente in modo forte e chiaro. L’animale si ritrae, si ribella, vorrebbe scappare ma viene trattenuto. L’adrenalina scorre nel sangue prodotta dalle ghiandole surrenali. Un colpo alla fronte oppure un taglio netto alla gola e poi l’animale muore. Il metabolismo si blocca e l’adrenalina non potendo più essere riconvertita rimane nelle carni. Residui di adrenalina possono aggravare i sintomi di soggetti ansiosi, aggressivi, nervosi. Le memorie di paura, di stress, di fuga, di attacco e quindi l’adrenalina stessa sono come un condimento nascosto e il nostro corpo se ne accorge facendoci ammalare psichicamente e fisicamente.Ciò si acutizza anche grazie alla cosiddetta memoria dell’acqua per cui tutta l’acqua contenuta nelle carni (circa il 70%) vibri delle ultime emozioni che l’animale ha vissuto (paura, dolore, sfiancamento) che ci vengono trasferite al momento del suo consumo.
SVILUPPO ABNORME DELLA CARICA BATTERICA
Nella carne cruda si ha un notevole sviluppo della carica batterica per neutralizzare la quale sarebbe necessario un ambiente gastrico molto acido, una digestione rapida e un intestino corto per eliminare rapidamente le scorie. L’essere umano predilige mangiar carne cotta dove la carica batterica è notevolmente ridotta ma per il fatto che nel suo stomaco si raggiunge un’acidità molto inferiore a quella degli stomaci dei carnivori o onnivori per via della maggiore lunghezza (dodici metri!) la digestione risulta estremamente più lunga. Ciò non consente un transito veloce degli scarti. Alla fine la carica batterica si moltiplica a dismisura dando luogo a gonfiori, fermentazioni e fenomeni putrefattivi che impegnano oltremodo il sistema immunitario, “distraendolo” da altri compiti.
ECCESSO DI COLESTEROLO NEL SANGUE
Le carni come tutti gli altri alimenti di origine animale contengono colesterolo LDL il cui eccesso nel sangue rappresenta uno dei principali fattori di rischio cardio-vascolari. A tal riguardo possono leggersi i numerosi studi svolti negli ultimi decenni che non lasciano alcun dubbio. Ne sanno qualcosa gli australiani che nel periodo subito successivo alla guerra sono stati costretti a ridurre drasticamente il consumo di carne con conseguente brusca flessione statistica dei casi di morte per infarto e ictus. I livelli si rialzarono, ristabilendosi come in precedenza in seguito alla fine della guerra e alla ripresa del vecchio regime alimentare. Ma è solo uno dei tanti esempi.
MICIDIALI SOSTANZE TOSSICHE COME DIOSSINE E PCB (POLICLOROBIFENILI)
Senza soffermarci troppo sul benzopirene che è quella sostanza tossica che si forma con la cottura prolungata o ad alte temperature di cui non è certamente solo la carne a contenerne (anche se la grigliata è uno dei principali ricettacoli di essa), certamente sono soltanto i grassi animali contenuti in carne e pesce oltre che nei loro sottoprodotti ad accumulare significative e pericolose quantità di PCB (policlorobifenili) e diossine. I PCB sono composti chimici ora vietati ma largamente utilizzati in passato per la produzione di pesticidi e altri prodotti industriali. Le diossine sono inquinanti ambientali che si formano durante i trattamenti termici dei processi di lavorazione industriale o per trattamento termico dei rifiuti.
SOSTANZE TIPICHE DELLA ZOOTECNIA
Entrambe queste sostanze entrano nel corpo principalmente attraverso il cibo contaminato, sono liposolubili dunque sono i grassi degli animali i luoghi dove si accumulano maggiormente e attraverso l’ambiente circostante inquinato e attraverso l’utilizzo di sottoprodotti di attività industriale destinata alla zootecnia. Sia negli animali che nell’essere umano queste sostanze vengono immagazzinate e trattenute dal tessuto adiposo e in caso di maggiore contaminazione possono dare luogo a disturbi della cute (cloracne), del sistema immunitario, del sistema riproduttivo, di diabete e d’apprendimento, oltre a predisporre fortemente le cellule alla trasformazione neoplastica (azione cancerogena).
ALDEIDE MALONICA DEVASTANTE PER STOMACO E INTESTINO
Altro problema delle carni è che contengono grassi animali che vanno incontro a processi di ossidazione. Il prof. Robert Shamberger, della Harvard Medical School, chirurgo e oncologo di fama presso l’ospedale di Boston (USA), ha scoperto che le carni, in particolare quelle di manzo e vitello seguite da quelle di pollo, suino e di pesce contengono aldeide malonica, sicuramente cancerogena per stomaco e intestino, tanto più se la carne viene conservata o tenuta in un ambiente caldo o comunque non ben refrigerato. Si spiegherebbe pertanto il frequente cancro intestinale di abituali mangiatori di carne. Una corretta refrigerazione riduce il fenomeno solo di poco. Basta cucinarla perché la carne moltiplichi il tasso di aldeide malonica. La lombata per arrosto, ad esempio, contiene circa 9,4 mg di aldeide malonica per ogni grammo di carne. Una volta arrostita ne arriva a contenere quasi 27 mg per grammo di carne. Una normale fettina da 100g cotta contiene all’incirca 3g (!) di aldeide malonica.
FORZE COSTRUTTIVE E FORZE DISTRUTTIVE
Nel nostro organismo ogni giorno nascono e muoiono milioni di cellule. Il programma di vita funziona per il bilanciamento fra due attività opposte e complementari, ciò che potremmo definire come l’azione congiunta delle forze di costruzione e delle forze di distruzione che si controllano a vicenda. Fino a circa i 21 anni sono le forze di costruzione a prevalere, dopodiché l’equilibrio comincia ad invertirsi. Nutrirci con alimenti contenenti cellule già morte o sostanze che vanno in quella direzione accelera il processo di distruzione.
EFFETTO DI RISONANZA PER LA SIMILITUDINE TRA NOI E LE NOSTRE VITTIME
Esiste inoltre un meccanismo squisitamente energetico che può influenzare il livello di comando delle forze di distruzione, che è quello noto con il nome di effetto di risonanza. Esso si attiva quando si incontrano due energie che contengono vibrazioni simili. La similitudine esiste tra noi e gli animali perché siamo fatti sia loro che noi esseri umani della stessa sostanza organica, della stessa organizzazione strutturale.
TRASMISSIONE DI MEMORIE DALL’ANIMALE ALL’ESSERE UMANO
Un altro meccanismo energetico che va a potenziare l’effetto di risonanza è quello della memoria di morte copiata dalle cellule dell’animale a quelle umane. Ciò avviene sia attraverso gli stimoli che l’acqua contenuta della carne riceve e trattiene (memoria dell’acqua) sia attraverso l’immissione di sostanze biochimiche secrete dagli ormoni dello stress (adrenalina) sia attraverso la trasmissione energetica emotiva (probabilmente anch’essa legata a sostanze biochimiche ancora sconosciute).
LA SCOPERTA DEI NEURONI A SPECCHIO
I meccanismi di copia e risonanza sono tanto più supportati anche dalle nuove teorie e studi sui neuroni. Si è infatti arrivati a constatare che quando un soggetto ne osserva un altro mentre compie una certa azione si attivano anche dentro di lui le stesse aree cerebrali motorie, come se l’osservatore stesse facendo quella stessa azione. Ciò ha indotto gli scienziati a definire la capacità dei neuroni di apprendere facendo una copia di ciò che hanno esperito attraverso l’osservazione che può essere molto spesso anche inconsapevole. Tutta la materia sia organica che inorganica è ormai indubbio che si muova energeticamente in questo modo, ossia che viva facendo e trattenendo in qualche misura memoria di ciò che la circonda.
CARNE, AGGRESSIVITÀ E MEMORIE DI CANNIBALISMO
Tutti noi abbiamo, negli anfratti più reconditi della nostra mente, anche antiche memorie di cannibalismo. L’essere umano, dall’Australopiteco in poi ha, per circa un milione di anni, praticato il cannibalismo cerebrale. A un certo punto abbiamo cominciato a mangiare il cervello (e poi altre parti del corpo) dei dei nostri simili, o nemici o parenti e amici della stessa tribù di appartenenza. La massiccia presenza di ormoni della crescita presenti nelle ghiandole del cervello delle vittime avrebbe consentito verosimilmente un progressivo incremento della massa cerebrale fino all’attuale 400% a fronte di un misero 5% in più totalizzato fino ad oggi dall’evoluzione naturale dei nostri progenitori che sono le scimmie antropomorfe non antropofaghe (orango, gorilla, scimpanzé, bonobo e gibbone). Il cannibalismo cerebrale praticato così a lungo avrebbe determinato la perdita del pelo, la modifica dei tratti somatici e soprattutto l’aumento dell’intelligenza. La teoria è suffragata dai numerosissimi ritrovamenti di teschi che presentano uno strano foro presumibilmente praticato per succhiare il cervello.
SVARIONI E FALSITÀ
Non so chi sia Marco Ceriani, autore dell’articolo in questione. So di sicuro però che il figlio di qualsiasi macellaio d’Italia sarebbe meno bravo e meno disposto di lui a scrivere un tema scolastico carico di corbellerie e idiozie di tale portata, intrise tra l’altro di svarioni e falsità tecniche troppo banali per essere commentate. Solo un pubblicista sgangherato, improbabilmente sovvenzionabile dalla stessa McDonalds o della Cremonini, potrebbe oggi esprimersi in quei termini, con tutto quell’eccesso di zelo. Andiamo dunque a un mio commento sintetico per punti.
LA CARNE PIACE SOLO A CHI BLINDA OCCHI, CUORE E CERVELLO
Punto 1. La carne piace sempre di meno. Vero o falso statisticamente non ne sono sicuro. Certo che usato dal Ceriani come premessa di partenza suona come minimo paradossale e imbrogliante, anche se coerente poi con la finalità globale dello scritto, che è quella di un invito a mangiar cadaveri di coniglio, di pollo, di maiale e di mucca.
LA CARNE INQUINA E AMMALA SIA DENTRO CHE FUORI
Punto 2. La carne fa bene ma inquina. Fa bene ma, o fa bene e basta? Si decida il Ceriani. Riconosce che inquina. Inquina sì, ma molto di più di quanto lui creda. Inquina sia dentro che fuori, sia nel corpo che nell’anima, anche se dal suo tono pare che non ci siano differenze tra staccare una ciliegia o una mela dall’albero e strappare il fegato a un animale caldo appena sgozzato, e avvolto nei suoi fumi
mortali.PROTEINOMANIA SCONFITTA SU OGNI PIANO
Punto 3. Non bastando le carni si invoca il supporto di altre proteine, in una specie di allucinazione proteica. Una vera e propria fiera della disinformazione e della menzogna. Proteinomania a tutto spiano, quasi che proteina dia proteina, carne apporti carne, latte faccia latte e muscolo produca muscolo, quando invece A) Il corpo non è un lego di componenti sostitutivi di quelli esausti ma un trasformatore di sostanze, e quando invece B) La mucca produce ettolitri di latte mangiando erba, l’elefante alimenta la sua tonnellata di muscoli mangiandosi cespugli e banane, il gorilla che a parità di peso ha forza muscolare tripla di quella umana, consuma tanta frutta tropicale e pochissime proteine, e quando invece C) Il tetto proteico di 24 grammi/giorno di proteine è un dato acquisito a livello mondiale.
I PEDIATRI CONSIGLIANO CARNE E LATTE?
È proprio grazie alla loro dieta mediterranea moderna, ridondante di prosciutti, mortadelle, tonni e grana che la popolazione giovanile italiana risulta obesa ai massimi livelli. È grazie a loro che uno su tre sviluppa diabete e tumorosità in età adulta. Leggiti cosa dice dei pediatri il dr Robert Mendelsohn, maggior pediatra mondiale di tutti i tempi. A parte le eccezioni, sono da considerare come la rovina della maternità e dell’infanzia.
COLIN CAMPBELL E MARION NESTLE FARI DEL SETTORE ALIMENTARE
Le autorità più avanzate ed ascoltate nel mondo di oggi risultano alla fin fine il dr Colin Campbell autore di The China Study, medico personale di Bill Clinton, oltre che la Marion Nestle, magnifica rettrice della New York University Dipartimento Nutrizione, che detta le diete e i buffet alle varie catene alberghiere (Hilton, HolidayInn, Marriott, Intercontinental). Gente che possiede gli stessi strumenti linguistici che adopero da anni nel mio blog e nei miei libri. Da rilevare che la quota 24 grammi al giorno dà totalmente ragione alle diete basso-proteiche del grande Pitagora, e che in ogni caso le università americane tutte, la FAO, la stessa CDC (Central Disease Control), sono tutte uniformate sulla medesima quota, con grave scorno dei pediatri e dei servi dell’Agroalimentare.
Leggi l’intero post qui.
Non finirò, anzi non finiremo mai di ringraziare abbastanza Valdo Vaccaro per il suo lavoro, la sua pazienza e la sua disponibilità, che in questo caso posso confermare per esperienze dirette, quindi leggete imparate e starete meglio, in quanto a Valdo credo sia da ringraziare come un dono simile al sole, l’acqua e l’aria, grazie di esistere Valdo, a presto 😀
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