🎄 Menù di Natale: pensiamolo vegan e non si fa male nessuno!
A meno che non avete prenotato il viaggio ai Caraibi, anche quest’anno vi tocca il menù di Natale, come tradizione comanda. Il solito primo, secondo e contorni con un misto di fritto e arrosti, dolci a volontà, tra panettoni e pandori e gli immancabili spacca denti dei torroni alla mandorla, un classico insomma.
Questo in una normale famiglia onnivora, tradizionalista e spendacciona, poi una parte del cibo finisce nella spazzatura, mentre in una famiglia vegana il menù di Natale è completamente diverso, meno fastoso e abbondante, con primi e secondi leggeri a base di verdure e legumi, contorni idem e tanta frutta come dolce, insomma tutta un’altra musica.
Il menù di Natale vegan fa bene a tutti
I vegani per le feste non sacrificano nessuno, né vitelli, né maiali e selvaggina varia, compreso “o’ capitone” tanto caro al sud, si mangia solo cibo naturale che non ha visto il sacrificio con la morte di nessun animale, è un menù buono e fa bene anche alla salute, insomma non toglie la vita ma la restituisce!
Probabilmente forò lo stesso menù natalizio dell’anno scorso, in altre parole mangio le stesse cose di sempre con una piccola variante tra lenticchie e forse qualche preparato vegan che comprerò al supermercato, il tutto innaffiato come sempre da acqua e limone e forse se la trova un po’ di Falanghina bella fresca, tutto qui … e mi pare già tanto 😀
Festeggiare a tutti i costi … quel che costi!
La cosa che da sempre non capisco delle feste, è la grande abbuffata, molti mangiano come fossero gli ultimi giorni sulla Terra, altri dilapidano il portafogli per le bevande altezzose, i soliti Champagne e vini altisonanti, come se facesse davvero la differenza per quei due o tre giorni.
Poi non può mancare il salmone colorato chimicamente, una delizia immancabile per il sollazzo dei buongustai e raffinati palati di Natale, con le mitiche tartine al caviale per un pieno di putrescenza di classe!
Una specie di rivendicazione al diritto di essere “qualcuno” e godere delle “delizie” di questo mondo, roba da poracci … se sei misero rimarrai misero, non c’è Dom Pérignon che lavi la miseria specie quella intellettuale!
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