(foto tratta da Wikipedia)
Cocktail, ombrellini e il vuoto
Ieri sera s’è fatta la bella pensata di andare in un chiosco dove servono solo bevande ed alcolici, posto tranquillo con tendenza espositiva di fauna di ogni genere, per lo più frequentato da teorici delle cultura ostentata piuttosto che di acculturati di sostanza, ho notato la scioltezza con la quale chiedevano al barman le più svariate tipologie di cocktail dai nomi esotici e remoti.
La cosa che mi colpisce è la gran quantità di “zozzerie” mescolate tra loro per la composizione di questi beveroni che tutto fanno tranne che dissetare o quanto meno alleviare le calure di questo luglio africano, coke con rum, altri intrugli con erbette variopinte e limoni, whiskey e coka, ed altre improbabili miscele distillate, ombrellino, fettina di limone, cetriolo, mentuccia, basilico … ora mi domandavo se per bere una cosa in compagnia c’è bisogno di queste bevande acrobatiche e colorate con tendenza ad essere chic.
Quindi si beve per il piacere o si beve per il piacere di farsi compiacere? Dilemma di grande profondità e spessore, da semplice ignorante ho ripiegato su una semplice birretta fresca e dissetante, così ho preso due piccioni con una fava, ho bevuto dissetandomi e non ho fatto “brutte figure” chiedendo beveroni complicati, questi li lascio agli intellettuali da piazza 😉
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