(screenshot corriere.it)
L’articolo del Corriere riporta quanto siano terribili le condizioni delle galline negli allevamenti definiti addirittura lager, ora non credo che la maggior parte delle gente abbia mai pensato che le galline ovaiole facessero il loro “mestiere” in piccoli residence con tutti i comfort, sono anni che si ripetono decine e decine di denunce in tal senso e quasi sempre senza alcun esito o minimo cambiamento.
La verità tuttavia è che le galline dovrebbero fare le galline all’aria aperta come sempre è stato, non messe in gabbie senza mai vedere la luce come appunto in un lager, la colpa in fondo di tutto questo intensificarsi di torture per le galline dipende dalla super richiesta del prodotto stesso, in questo caso le uova, se non ci fosse la grande richiesta non ci sarebbero neppure i lager, in un ragionamento etico propagato alla popolazione i campi di concentramento dei pennuti non esisterebbero neppure, ma si sà che ci hanno insegnato tutt’altro fin da piccoli, per cui un uovo non è una vita futura in formazione ma solo un’omelette, in tutto questo sta l’orrore di produrre stermini e torture a non finire, in nome della produzione e del profitto.
Non ho mai mangiato le uova del supermercato che poi sono quelle provenienti dai lager, ne mangiavo qualcuna di tanto in tanto e le prendevo dal mio contadino, le sue galline al contrario sono tenute all’aperto … poi come sempre accade ci fu la folgorazione sulla via di Damasco, il mondo vegan mi ha aperto un secondo mondo che era nascosto anche se lo avevo davanti agli occhi!
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