Grexit no Brexit si. Quale è la differenza?
La GB non era entrata nell’euro e questo già aveva mantenuto i suoi mercati interni più stabili, in Italia invece se ne approfittarono in molti, con i prezzi che in alcuni casi raddoppiarono rapidamente.
La Grecia fa parte di quei paesi ad economia debole che è entrata nell’euro con l’obiettivo di spargere i suoi problemi in un oceano che si pensava essere infinito e quindi farsi trainare dai paesi più forti senza prendere scossoni, come l’Italia del resto.
Invece gli scossoni sono arrivati, perché la tattica principale di chi sta al comando della UE, e’ proprio far entrare dentro i paesi deboli per poi controllarne la politica e sfruttarne le ricchezze a piacimento. Allora ecco che infilano dentro paesi dell’est europeo, ottenendo anche il risultato di sottrarli al controllo russo.
La stessa politica attrattiva la fanno con paesi come la Tunisia, favorendone l’ingresso di prodotti che danneggiano l’economia dei paesi che fanno parte dell’unione!
Se si voleva fare un’unione robusta, in grado di competere con le nazioni più forti del mondo, si faceva una cerchia ristretta con non troppi paesi, che si aiutano a vicenda, fino ad ottenere una struttura solida sul tutto il perimetro.
Se metti dentro tutti, significa che non sai quello che stai facendo e ti giochi tutte le carte, con la speranza che scoprendo l’intero mazzo prima o poi esca anche il jolly.
Lo fai perché vedi che pochi paesi di cultura e lingua diversa non possono dar vita ad una nazione singola e allora provi a mettere dentro più gente possibile, pensando che cosi aumenti la consistenza.
Una unione ha senso se vengono distribuite le risorse, spostandole dove servono, non portando le merci dove già ce l’hanno, allora le esportazioni acquistano un senso e il tutto funziona con un notevole risparmio di energia.
Qui invece tutti esportano tutto e chi produce peggio vince, perché fa i prezzi più bassi.
L’unione doveva essere un unico stato forte nel mercato mondiale, in competizione con USA Cina e India e si ritrova ad essere un’accozzaglia di paesi disperati, che cercano di fregarsi a vicenda, ed ha la meglio quello che ha gli amici più altolocati, che gli sparano fuori le leggi atte a favorirlo.
Da dove arriva l’idea di fare gli Stati Uniti d’ Europa? Già detto cosi suona come uno slogan infelice. Si voleva far credere che saremmo diventati come gli americani, un solo stato. Di una ventina di lingue e culture?
Negli anni ‘80 c’era una specie di euforia, probabilmente il risultato di decenni di sviluppo in ogni singolo paese, sviluppo cominciato alla fine della seconda guerra mondiale , ed ognuno viveva nella sua nazione con la sua identità che lo contraddistingueva dagli altri.
Gli italiani era apprezzati per il loro stile. Qui c’erano quei casini di cui si è venuto a sapere dopo, le solite boiate legate alla politica, ma le cose andavano e stavamo nel mercato comune europeo (MEC); bastava dare una ripulita alla classe politica.
Forse è stato questo sentimento che ha spinto qualcuno a fare un passo più in là, per andare nella direzione di una unione europea con moneta unica. Bisognava rifletterci e non partire in quarta, intanto i confini nazionali, storicamente, li si è sempre tracciati con le guerre e il sangue, ed andare a metterci le mani sopra, può significare risvegliare qualche istinto bellico, per riavere l’indipendenza ad esempio.
Se i miei nonni hanno combattuto per darmi la terra e il tetto che ho, non ci può essere qualche buontempone che ci va a mettere le mani sopra con un semplice accordo scritto su un pezzo di carta.
Quindi all’inizio degli anni ‘90, in Italia si è verificata la fine della prima repubblica, con inquisiti, condannati, su cui sono stati scaricati tutti i mali del mondo. I superstiti si sono riciclati all’interno di nuovi schieramenti.
La cosa principale era che non si capiva bene chi potesse prendere il controllo politico del paese e rimetterlo in sesto. In mezzo all’incertezza più assoluta, l’italia è stata in balia degli eventi che l’hanno spinta verso l’entrata nell’euro.
In quel momento sarebbe servito qualcuno capace di sistemare le cose e riorganizzare il paese, invece ti si presenta Berlusconi, che usa come tattica principale quella di volersi far passare per il salvatore dell’Italia.
Per venti anni penserà solo agli affari suoi, incrementando il conto in banca e lasciando l’Italia in balia degli eventi europeisti. A peggiorare la situazione, c’e stata l’alternanza con l’altro individuo, Prodi il mortadella, che dell’Italia non distingueva più neanche il tricolore e ci ha infilato dentro all’euro senza chiedere un accidenti a nessuno.
Da bel paese, l’Italia è diventata la preda dello stupratore di turno, che non è mai mancato fino ai giorni d’oggi.
Non so quando si è cominciato a pensare di eleggere le banche a polo del sistema Europa, ma deve essere avvenuto molto presto, a qualcuno saranno apparse le banconote negli occhi come a Paperone.
In pratica si vuole far credere che le banche siano l’essenza del continente, non la storia e l’identità dei singoli paesi.
Se qualcosa va storto, l’onnipotente banca centrale europea, nella persona di quel mostro di Draghi, e’ pronta ad intervenire con un pozzo di soldi. Non si impressiona più nessuno.
I soldi si muovono tra le banche e di lì non si spostano più e mentre le banche si fregano i soldi, i paesi dell’unione sono sempre alle prese con una crisi che viene sostenuta dall’eccessivo bisogno di ricchezza, di cui neanche si assapora il valore.
Quindi i paesi della comunità hanno perso parte della propria identità, la propria immagine e’ meno nitida di una volta, saremmo dovuti stare tutti meglio e invece stiamo tutti peggio, anche tante banche. Basta qualcuno che digrigna un po’ i denti e le borse vanno a picco, pensa su che fondamenta poggiano.
Diceva il mortadella che avremo tutti guadagnato come se si lavorasse un giorno in più, lavorando un giorno in meno. Lascio stare perché un’affermazione del genere suscita troppi commenti denigratori.
Tutto funziona male, quali dovrebbero essere i vantaggi dello stare nella comunità? Se lo sono chiesto i britannici, a cui pesa anche un po’ troppo l’essere inglobati in un stato unico europeo, cancellando secoli di storia che hanno dato identità al loro popolo.
Questi hanno ancora in mente le sofferenze che hanno patito col tentativo di invasione da parte della Germania nazista, respinto nella battaglia d’Inghilterra.
Continuerà ad esserci la nebbia su Londra, ma adesso gli inglesi ci vedranno più chiaramente.
Comunque non è detto che escano veramente, perché la Scozia potrebbe mettere il veto, già che loro hanno votato il remain per il 62%.
In tal caso, anche li si vedrebbero negare l’esito di una consultazione popolare; visto i soldi che sono andati in fumo farebbero meglio a rispettarlo.
L’euforia per l’Europa non c’è più, quale sarà il prossimo paese che vorrà riappropriarsi della propria identità?
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